Riceviamo e pubblichiamo la nota di Marisa Lappano ideatrice del protocollo con il CUS
""Domenica 28 novembre al Circolo del Bridge di Catania c’è stata una bella stretta di mano tra l’ Avv. Ferlazzo Natoli e il Prof. Oliveri a testimoniare l’avvenuta firma del Protocollo di intesa tra FIGB e CUS Catania. Il mio intervento è iniziato con una breve cronistoria del percorso che si concludeva con questa manifestazione, consapevole che era stata fatto il primo passo per raggiungere l’obiettivo di costruire, nei dovuti tempi, una squadra di campioni. Siamo tutti certi che tra i giovani studenti catanesi ci siano dei grandi talenti, non li conosciamo ancora e neanche loro sanno di avere grandi potenzialità per praticare con soddisfazione questo sport. Ma ci incontreremo nel prossimo futuro in ambienti devoti, che sia il Polo Universitario Sportivo, o il Circolo del Bridge o qualunque altro luogo in città.
Alla gentile richiesta del Presidente Bonocore di scrivere qualcosa sul progetto ho avuto un attimo di perplessità. Cosa dire ? Ci ho pensato non poco, e mi sono chiesta che cosa avesse veramente portato lì, sotto uno stesso tetto - tante componenti della società.
Secondo me il vero responsabile è il Covid-19. Lasciatemi spiegare…
Nell’agosto 2020, in piena pandemia, camminando in riva al mare, mi chiedevo come avrei potuto affrontare un inverno che si prospettava lungo, incerto, difficile. Come avrai fatto a trascorrere tra le pareti domestiche i mesi autunnali, invernali, forse anche la primavera in attesa del vaccino.
Ho fatto sport per tutta la vita, ho lottato, in prima battuta, contro i miei tanti limiti e mi sono seduta al tavolo da gioco del Circolo del Bridge in tarda età, lasciandomi coinvolgere e gustando tutto quello che il bridge può offrire. Durante quella passeggiata ho pensato che forse il Bridge poteva essere la mia ancora di salvezza. Mi si obietterà : ma come ? Durante la Pandemia? Circoli chiusi ? Invitare gli amici a casa ? Maneggiare carte assieme ad altre persone ? Sedersi vicini ? Il mio passato di programmatore mi è venuto in aiuto … useremo la Rete. Ci inventeremo qualcosa, ci vedremo tra amici, parleremo di Bridge, sperimenteremo nuovi modi di stare assieme. Useremo questo tempo di lockdown per prepararci ad una esplosione di vita quando potremo tornare alla nostra cara amata routine quotidiana, fatta di doveri verso la famiglia ma con il pomeriggio o la sera riservati al nostro amato Bridge.
Una telefonata all’amico Salvatore Virzì, in cui dichiaravo il mio desiderio-necessità di dedicare il mio tempo libero al Bridge per dare qualcosa all’Associazione con cui ero tesserata, mi ha convinto di essere sulla strada giusta.
Quello che succedeva a me stava succedendo a tanti, tanti amici “sportivi dentro”, che soffrivano come me. Il Covid-19 mi ha dato anche un grande aiuto a trovare compagnia lungo questa strada, ha fatto sì che Maria Rosaria, una ottima insegnante di Bridge, che da qualche anno aveva deciso di non insegnare più, poiché costretta anche lei tra le quattro mura domestiche, si lasciasse tentare dal brivido dell’ignoto: i webinar sul Bridge, la didattica del Bridge a distanza…, il gioco sulle piattaforme digitali. Ha fatto sì che tutto il gruppo di Bridge Convivium, per i medesimi motivi già detti ( tutti a casa con tanto tanto tempo libero) ci aiutasse operativamente a svolgere i corsi e soprattutto le sessioni di allenamento on-line. Ci siamo dovuti ingegnare a trovare tutti i modi e tutte le risorse per poter proporre agli allievi le stesse smazzate che avremmo usato al tavolo, abbiamo piegato gli strumenti digitali ai nostri bisogni e non ci siamo piegati al Virus.
Quante belle cose, belle per noi in prima persona e credo belle anche per chi ha partecipato alle nostre escursioni sul Web, sono accadute.
Abbiamo organizzato, in casa Bridge Convivium, un primo webinar intitolato “Tutto quello che avreste voluto sapere sul Bridge” che ci ha consentito di avviare un Corso Fiori a distanza.
Poi abbiamo organizzato un secondo webinar per la sezione catanese della Mathesis, ritagliato a misura di audience con grafici e gaussiane e tutto quello per cui i prof. vanno matti, professori di matematica universitari e non … e uno di questi ha immediatamente scritto in federazione e chiesto di partecipare ai corsi on-line che erano stati intanto attivati dalla federazione. Poi abbiamo organizzato una presentazione per il CINAP, centro per l’integrazione attiva e partecipata degli studenti universitari di Catania, sul gioco del Bridge. E intanto facevamo un Corso di Bridge a Scuola per il Liceo Gulli e Pennisi di Acireale e intanto c’era anche un corso per gli amici del Circolo sempre desiderosi di migliorare il loro Bridge dal titolo evocativo “Ritorno al Futuro”. Infine una riflessione profonda su ciò che accadeva nei vari Circoli del Bridge in Italia, oltreché nel nostro, ci ha indotto a chiederci : come sarà l’atmosfera del Circolo quando potremo tornare ai tavoli? Tanti soci avevano smesso di giocare perché poco inclini all’uso degli strumenti digitali, tanti pensavano che a Bridge si potesse giocare solo di presenza, tanti pensavano che la didattica si potesse fare solo di presenza, nel solito modo … con i soliti rituali.
La riflessione ci ha portato a cercare una via di fuga da queste strettoie, e quelle veramente strette erano per lo più le nostre idee di persone non più giovani a loro agio solo nella quotidiana confortante routine del pomeriggio al circolo. E con le competizioni sportive sospese venivano a mancare anche i normali sfoghi all’aggressività ordinaria … non era per niente un bel mondo! Nonostante le nostre giornate in Bridge Convivium fossero parossistiche, si lavorava di giorno intensamente e a volte anche di notte, ci siamo detti : ok il bridge a scuola, ma perché solo gli Istituti Superiori ? Ecco nascere l’idea di proporre al Cus dei Corsi di Bridge: avremmo potuto svolgerli anche in pieno lockdown, in qualunque modalità e con un po' di impegno in più anche in inglese. Avrebbero potuto accedere tutti, anche i professori, anche il personale amministrativo, anche i diversamente abili e anche gli studenti con Dsa.
E ancora un volta il Covid-19 ci ha indicato il metodo: grazie alla cooperazione tra associazioni sportive e sotto l’egida della FIGB il nostro progetto acquistava forza, credibilità, spessore. Ci saremmo “salvati” lavorando assieme con l’obiettivo comune di diffondere la pratica del Bridge.
Per quanto sia difficile da accettare e da dire dovremmo dire in conclusione grazie al Covid-19.
Ma preferisco invece ringraziare quella forza in più che gli sportivi hanno dentro e alla quale ricorrono nelle difficoltà. E ribadire ancora una volta che lo Sport è vita, salute fisica, salute mentale. E qual è lo sport che possiamo praticare fino a 100 anni e oltre ? Il Bridge!""